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| Il Craquelè, questo mistero! ovvero ... come simulare su un oggetto l'effetto del tempo L'effetto craquelè ovvero le crepe sulla superficie degli oggetti si ottiene sostanzialmente dalla reazione tra due prodotti "incompatibili" : quello distribuito in seconda stesura non ha aderenza sul sottostante perciò in asciugatura forma delle crepe di grandezza e profondità variabile. Questo effetto si può ottenere con diversi sistemi : - stendendo una mano di colla vinilica un pochino diluita e poi la seconda
mano di vernice all'acqua quando la colla non è ancora perfettamente asciutta e forzando l'asciugatura con il phon; questo è anche detto "quercia crack" ( by Sandro Ghirlinzoni forum decoupando) perchè le crepe che si formano ricordano la corteccia di una quercia quindi abbastanza irregolari. Personalmente lo ho collaudato con diversi tipi di vernici all'acqua ( ronseal, univer, sayerlack, acrilux ) e funziona sempre anche se con effetti leggermente diversi rispetto alla vernice adoperata. Si tratta comunque di un craquelè di finitura cioè che spesso viene fatto come ultimo passaggio della decorazione. Un'ulteriore sperimentazione personale che va a completare tale tecnica è quella di mescolare un pò di colore acrilico alla vernice di finitura e creare delle sfumature di colore intorno alle figure ottenendo così un pittorico craquelè con un unico passaggio ( con le crepe del colore del fondo e non scurite successivamente ) - con i prodotti per craquelè monocomponente ( per lo più all'acqua ): si
tratta di una vernice trasparente che viene messa tra due strati di colore : primo colore--> asciugatura naturale, vernice monocomponente --> asciugatura naturale, secondo colore --> asciugatura forzata. Così nelle crepe del secondo colore si intravede il colore di fondo. Non ripassare due volte nello stesso punto con il pennello, spesso è utile diluire un pò il secondo colore ( non annacquato ma abbastanza fluido). E' importante ricordare che i colori metallizzati a causa della loro composizione non spaccano! Lo stesso prodotto monocomponente( ho sperimentato quello della Ferrario ma è prodotto anche da molte altre aziende) si può utilizzare anche sottovetro, non necessita di stesura preventiva del primer, i passaggi sono invertiti : vernice monocomponente --> asciugatura naturale, secondo colore --> asciugatura forzata, primo colore --> asciugatura naturale. Forzare l'asciugatura col phon non è sempre necessario, si può lasciar asciugare l'oggetto in ambiente molto secco o vicino a una fonte di calore o in un punto assolato, il vantaggio del phon è sopratutto la velocità e la possibilità di fermarsi a seconda della grandezza delle crepe che vogliamo ottenere. Inoltre si può anche forzare l'asciugatura del prodotto monocomponente senza aspettare i tempi previsti sulla confezione non compromettendo i risultati. Questo tipo di craquelè sostanzialmente è utilizzato per i fondi ed è anche detto "a panino". - con i prodotti bicomponente : con questi prodotti si possono ottenere
craquelè di finitura o a panino secondo quanto riportato sulle specifiche confezioni. Con la suddetta vernice monocomponente abbinata alla vernice lucida ambrata a solvente, sempre della Ferrario, si può ottenere un craquelè di finitura dato sostanzialmente dalla reazione tra vernice a solvente e vernice all'acqua, c'è da dire però che tale vernice ambrata ha tempi di asciugatura molto lunghi ed essendo a solvente è preferibile utilizzarli in luoghi molto areati. Ci sono molti altri prodotti basati su principi simili all'acqua o a solvente ad esempio gli step uno e due di stamperia oppure antik uno e due ecc. - con gommalacca ( o
lacca decerata o lacca alcolica ) e gomma arabica, anche questo è un craquelè di finitura, il principio è sempre lo stesso: prodotto a base alcolica e prodotto all'acqua. La modalità : si stendono almeno due mani di gommalacca avendo cura di incrociare i versi di stesura ed aspettandone la completa asciugatura, poi si stendono due mani di gomma arabica con un pennello dalle setole morbide, sempre incrociando i versi di stesura, e quando non è ancora asciutta si massaggia con i polpastrelli facendo dei movimenti rotatori perchè i due prodotti sono incompatibili e in questo modo se ne facilita l'adesione. Si continua a massaggiare fin quando non si avverte che le dita non scorrono più ed a questo punto si può forzare l'asciugatura con un phon. Più a lungo si procede con l'asciugatura più le crepe verranno piccole ed a reticolo, forzandone solo l'inizio invece avremo un reticolo meno fitto. Con la gommalacca si andrà ad ottenere un effetto ambrato mentre lacca decerata o lacca alcolica rimangono completamente trasparenti, ma ancora effetti diversi si possono ottenere mescolando i pigmenti colorati alle vernici alcoliche ed ottenendo invece della classica velatura ambrata delle velature sui toni del rosa azzurro, verde ecc, facendo la dovuta attenzione alla quantità di pigmenti per non scurire eccessivamente. La gommalacca e la gomma arabica si possono reperire in commercio sia pronte che da preparare: la gommalacca si presenta in scaglie da sciogliere in alcool a 90° ( più alcool mettiamo e minore sarà l'effetto ambrato ) e la gomma arabica in granuli da sciogliere a bagnomaria, il risparmio rispetto ai prodotti pronti è notevole, come anche lo è acquistando i pigmenti nei colorifici ( dove li vendono a peso ) e non le mini confezioni da hobbistica.
In tutti i casi è importante sottolineare che il verso delle crepe segue sostanzialmente la stesura a pennello: pennellate piccole e incrociate danno crepe a reticolo, pennellate lunghe e grandi danno crepe allungate . La loro profondità e grandezza è direttamente proporzionale alla quantità di vernice applicata in seconda stesura, dalla modalità di asciugatura dall'umidità dell'ambiente in cui si lavora e dalla tipologia del supporto in quanto i materiali non assorbenti ( plastici metallici o vetro) agevolano lo "scivolamento" del secondo colore . Una volta formate le crepe è fondamentale il passaggio di sottolineatura delle stesse nel caso di craquelè di finitura : si possono riempire con colori a olio ( di cui si può facilitarne la stesura o toglierne gli eccessi con l'olio di lino ) con cere colorate per hobbistica ma anche per mobili ( di gran lunga più economiche ) comprandole già colorate o addizionando pigmenti o porporine alle cere neutre. Tutte queste variabili rendono il craquelè un tecnica dalla riuscita abbastanza imprevedibile e diversa volta per volta, quindi prendete "con le pinze" tutte le informazioni suddette, non è tra gli effetti che prediligo ma alcune volte si sposa bene con i soggetti retrò, la ho trovata utile per coprire alcune piccole pecche di esecuzione o per amalgamare in un unico linguaggio fondo e decoro ( nel caso di quello di finitura ). Di certo con i prodotti appositamente studiati per questo effetto si hanno riuscite più sicure, questo è da valutare rispetto al risparmio economico. Forse la giusta chiave per non ricadere in lavori abbastanza scontati è interpretarla in chiave più "attuale" specialmente nella scelta dei soggetti da abbinare, limitandone l'applicazione solamente ad alcune parti degli oggetti stessi e sovrapponendolo ad altre modalità decorative, questa sarà la strada delle mie prossime sperimentazioni ... e voi che mi dite? lo avete provato? che prodotti usate?
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